lunedì, maggio 17

Molto forte, molto vicino.

Molto forte, molto vicino all' assoluta eccellenza motociclistica, Leon Haslam consolida il proprio primato in classifica, e mette in scena un repertorio di grande livello, facendomi ricordare, all' improvviso, che senza i guai alla gomma anteriore in terra d' olanda, il suo vantaggio sarebbe stato maggiore dei quindici punti che lo confortano oggi. A Kyalami è andato in scena praticamente  di tutto: tra gara 1 e gara 2 sembrava trascorsa una stagione intera, con l' ultimo dominatore (Fabrizio) che sparisce nelle retrovie, e quelli battuti al mattino che rispuntano dal nulla, nel pomeriggio,  per imporre le proprie leggi. E' evidente che una superbike come la Ducati ha meno possibilità di sperimentare di quanto non abbiano le quattro cilindri, ed è anche evidente che l' altalena di prestazioni della 1198 è una faccenda che non sarà risolta alleggerendola di un paio di chili, come il regolamento permetterà a tutti i ducatisti a partire da Salt Lake City. Con Haga assente non giustificato, e Fabrizio irriconoscibile, la scena se la sono presa gli altri. Haslam su tutti, è stato veloce, agonista, coraggioso e tecnicamente impeccabile. Usciva meglio degli altri dalle curve e frenava più forte. Segno inconfutabile che oltre ad essere un grande pilota, sa lavorare sull' assetto molto meglio di quanto si potesse pensare. E questo è una  novità inattesa, che lo proietta su un piano più elevato . A Biaggi invece, è mancata in parte la qualifica, in parte il colpo di reni.  Non sto a dire,nemmeno a ragionare sul fatto se il colpo di reni gli appartenga ancora oppure no: almeno in gara 2 il lavoro di Max sulla moto, resa stabile ed efficace e quasi sui binari gli ha permesso di contenere i danni nonostante circostanze che probabilmente detesta: l' asfalto irregolare, le buche, i riporti e gli avvallamenti del circuito non si accordano con quelli che guidano di  fino, e nello stile rasentano la perfezione. Al Miller, tra due settimane, Biaggi si rifarà sotto. Aggiungo che ho applaudito alla battaglia tutta britannica di gara 1, riguardante i quattro uomini che si sono giocati al coltello le posizioni dalla quinta alla ottava. Valeva, da sola il biglietto, o perlomeno un' occhiataccia della propria moglie se è necessario cambiare il pupo piuttosto che starsene in poltrona e guaradare le corse.
ps: mi viene in mente solo ora che non ho citato nemmeno una volta Toseland e Crutchlow. La R1 soffrì, a Kyalami, addirittura con Spies. Difficile, nonostante la superpole, aspettarsi di meglio.

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