mercoledì, ottobre 27

Il muro passa a Spies.


La silly season, la stagione morta, si avvicina a grandi passi, per cui gli argomenti cominciano a scarseggiare e in generale, tutti si raschia il fondo del barile. Oggi, ad esempio, mi è capitato di leggere che Rossi è determinato per Estoril, che Lorenzo vorrebbe vincere ad Estoril, che Dovizioso vuole fare bella figura ad Estoril. Addirittura che Capirossi vorrebbe dimostrare (ad Estoril) che corre per dare il massimo e competere con i migliori (sigh). Poi ho letto del muro Yamaha, quello che divide il lato nord da quello sud del box, per apprendere che, probabilmente , dovrà cibarselo pure l’ incolpevole e candido Spies. Come sia spuntato, in una sola notte, lo sapete tutti. Era prima che, per le gomme, si decidesse di passare al monomarca. Il deb Lorenzo guidava Michelin e il campionissimo Rossi usava le bridgestone. Per evitare che qualche occhio furbo o qualche informazione potesse trapelare ad uno o all' altro gommista, o peggio, che un' abile mano potesse sgraffignare una posteriore dura per sottoporla a lastre e bollitura in pentola, una mente illuminata partorì l' idea del muro. Quando la Michelin , strapazzata dalle super prestazioni delle gomme jap abbandonò con la coda tra le gambe il motomondiale, il muro rimase dov' era. Rossi preferiva così, e subito a dire che era un raffinato sisema di pressione psicologica (ari sigh!) . Come abbiamo potuto verificare quest' anno, gli scribacchini seguaci di freud sono rimasti delusi. Lorenzo, di quella pressione, se n’ è infischiato. Per quello che ho capito, le telemetrie, tra i due "compagni" continueranno ad essere scambiate, per cui l 'opportunità di mantenere il muro rimane misteriosa. Cioè, se Lorenzo e i suoi meccanici avessero l 'abitudine di girare in mutande, allora capirai che un pò di privacy è gradita. Hanno questa abitudine ? E niente aggiunge (tranne sconcerto) la dichiarazione di Jarvis, che sostiene questo "la mia opinione personale è che abbiamo usato il muro per tre anni e in quel periodo abbiamo vinto tutto, quindi non vedo cose negative al riguardo. Essa (la parete) consente al pilota e ai meccanici di concentrarsi sul loro lavoro il che è molto importante per ogni singolo pilota. Potremmo mantenerlo"(1). Gli vorrei domandare com' è che si vinceva pure prima che il muro di plastica fosse inventato. E magari ricordargli che dall’ altra parte non ci sono gli uomini di Pedrosa o di Stoner dai quali difendere le informazioni, ma, altri dipendenti Yamaha.
Penso, riguardo al muro, che la sua persistenza si può motivare banalmente: la prima cosa da fare, una volta raggiunta la gloria, è rimanerne in possesso, senza troppi complimenti.


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