domenica, marzo 28

Ho visto Biaggi.

Compirà trentanove anni a giugno, ma a Portimaò ne ha dimostrati trenta, o venticinque, oppure ventidue. Durante i suoi anni migliori, Biaggi era l' uomo visto oggi: un pilota pulito, stilista magnifico,  in grado di attaccare quando era il momento, ma anche di opporre la giusta resistenza quando i suoi avversari gli si facevano sotto. Ed anche il pilota in grado di ribaltare lo scenario, sembrare sconfitto ma capace di ritrovare il ritmo e tornare alla carica, nuovo di zecca. Nei suoi anni migliori, Biaggi è stato un gigante la cui statura è andata diminuendo per qualche scelta non fortunata nella Motogp, ma anche per il pegno pagato al proprio carattere, e per la volontà di dire a quelli della Honda, forse con scarsa diplomazia e poca lungimiranza, che la loro moto proprio non andava. Oggi è stata la sua reazione a colpire questo spettatore, perchè nelle stagioni recenti, se veniva sorpassato, difficilmente riusciva a replicare. Si può dire che oggi guidava una moto eccellente, come è stato chiaro a tutti anche in considerazione del doppio quinto posto di Leon Camier. Ma non dimenticherei che era la stessa moto di Philip Island, e quindi non una moto perfetta, e ancora lontano dall' essere una moto imbattibile come, ad esempio, appare la M1 di Rossi e Lorenzo, nell' altra metà dell' universomondo. Una buonissima moto, che Biaggi ha contribuito in maniera fondamentale a sgrossare, poi a perfezionare, e ancora a rifinire. A Portimaò, Biaggi ha compiuto un' impresa, l' ennesima della propria carriera facendo la sua prima doppietta, a trentanove anni.Considerate questo post come un applauso, in piedi e con i lucciconi negli occhi. Un applauso dovuto a un grandissimo interprete che oggi si è scrollato di dosso qualche anno, e che, parere di chi scrive, ha dimostrato di essere in grado di farlo ancora.

2 commenti :

Roberto Zaghi ha detto...

concordo pienamente. Quel che mi faceva soffrire di più (soprattutto l'anno scorso) era vederlo rinunciatario, raramente tentava di replicare ai sorpassi subiti. Per quanto riguarda la moto, sarà un luogo comune ma la penso come Ago: la moto migliore al pilota migliore, punto!
Da tifoso di Max, la butto là: se quest'anno dovesse riuscire ad agguantare il tiolo mi augurerei che a 40 anni appendesse il casco in gloria, da campione del mondo.

Anonimo ha detto...

finalmente max.......quando ero piccolo Sandokan diceva:la tigre è ancora viva..........meditate gente meditate....grande max grande.


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